Pagina pubblicata in data
21 novembre 2022
Aggiornata il 21 novembre 2024
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Nel capitolo 山木 shānmù, "L'albero sulla montagna", dello 莊子 zhuāngzǐ è presente l'immagine dell'albero, utilizzata per esplorare i temi dell'inutilità apparente e della libertà.
Nel capitolo è presente la storia di un albero che cresce in un luogo impervio e inaccessibile. Tale da renderlo inutile agli occhi degli esseri umani. Questo albero, essendo "inutile" per il suo legno e per il fatto di non dare frutti, "vive" a lungo e può prosperare.
La sua "inutilità" lo protegge dalla "minaccia" dell'umanità.
L'albero rappresenta una forma di libertà, poiché non è soggetto alle "pressioni" e alle aspettative della società. La sua esistenza è un esempio di come una vita vissuta in armonia con la propria natura, senza cercare di conformarsi agli standard umani (cioè rendendosi utile agli scopi dell'uomo), possa portare a una forma di autenticità e realizzazione.
La figura dell'albero è l'occasione per criticare la tendenza degli esseri umani a valutare le cose in base alla loro utilità pratica. Sottolinea che ciò che è considerato "utile" può in realtà portare a sofferenza e "distruzione", mentre ciè che è "inutile" può offrire protezione e longevità.
Il capitolo invita a riflettere sulla relazione tra l'uomo e la natura, suggerendo che l'armonia con il mondo naturale è preferibile all'aspirazione a controllarlo o sfruttarlo.
Gli alberi svolgono un ruolo cruciale nell'ecosistema, contribuendo a vari aspetti fondamentali per la vita sulla Terra. Sono essenziali per la fotosintesi, un processo che converte l'anidride carbonica in ossigeno. Ad esempio un albero maturo può produrre sufficiente ossigeno per sostenere diverse persone ogni giorno.
Gli alberi, inoltre, fungono da serbatoi di carbonio, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici assorbendo CO₂ dall'atmosfera e riducendo l'effetto serra.
Le radici degli alberi aiutano a mantenere l'umidità del suolo e a prevenire l'erosione, contribuendo alla stabilità del terreno e alla salute dei corsi d'acqua.
Gli alberi forniscono rifugio e nutrimento a una vasta gamma di specie animali e vegetali, fungendo da ecosistemi complessi che supportano la biodiversità.
Agiscono come barriere naturali contro il vento e il rumore, migliorando la qualità della vita nelle aree urbane e rurali. Inoltre, contribuiscono a ridurre l'inquinamento atmosferico assorbendo sostanze tossiche.
Gli alberi offrono risorse come legname, frutta e fiori. Promuovono attività ricreative e turistiche, contribuendo all'economia locale senza compromettere l'ambiente.
In sintesi, gli alberi sono essenziali non solo per il loro valore ecologico ma anche per il benessere umano, sono fondamentali per la salute del nostro pianeta.
Nel 1951 una circolare del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la "Festa dell'Albero" si sarebbe svolta il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei Comuni di alta montagna.
La giornata nazionale degli alberi è stata poi istituzionalizzata dal Ministero dell'ambiente e riconosciuta con l'art. 1 della Legge 14 gennaio 2013, n. 10, da celebrare ogni 21 novembre in tutta Italia.
L'albero è un silenzioso compagno di viaggio non solo della specie umana, ma di una moltitudine di specie.
La sua presenza nella vita di noi esseri umani è così antica da svanire nella nebbia del tempo. Tanto che l'albero è uno dei simboli più antichi e universali nella storia dell'umanità. Presente nelle culture passate e contemporanee di ogni angolo del pianeta.
L'Albero della Vita è una delle rappresentazioni dell'albero più ricorrenti. Rappresenta la nascita, la rinascita e la prosperità.
È percepito come un'entità capace di connette il cielo e la terra, fungendo da ponte tra il mondo fisico e quello spirituale. In molte mitologie, l'albero è considerato la sorgente di vita, capace di rigenerarsi continuamente. Ad esempio, nella mitologia egizia, l'albero di sicomoro è associato alla dea Hathor e simboleggia l'immortalità e la rinascita.
Nel mondo greco-romano molte divinità erano associate a un albero: Atena all'ulivo, Artemide al cedro, Dioniso alla vite, Poseidone al frassino e così via.
Nel libro della Genesi l’albero della vita è presente nel giardino dell’Eden, Dio lo aveva piantato vicino all’albero della conoscenza del bene e del male perché Adamo ed Eva potessero cibarsi dei suoi frutti. Frutti che permettevano a loro di essere immortali ed essere immuni alle malattie e alla vecchiaia.
Nell'antico testamento l’albero della vita rappresenta il simbolo di una vita senza "preoccupazioni", una vita vissuta in modo "spontaneo" e naturale.
L'albero della vita funge da potente metafora della vita umana. Le radici rappresentano le origini e i legami familiari; il tronco simboleggia la stabilità; i rami rappresentano le relazioni sociali; mentre i frutti simboleggiano i risultati delle esperienze di vita.
L'albero della conoscenza del bene e del male del giardino dell'Eden rappresenta la dualità della vita umana. Mangiandone i frutti l'essere umano "abbandona" lo stato di perfetta comunione con Dio, così sperimenta il freddo e il caldo, la salute e la malattia, la vita e la morte, e così via.
Volendo fare un parallelismo con la cultura tradizionale cinese, concetti simili espressi dai principi del daoismo, come la ricerca del ritorno al 道 dào, e i concetti di 陰 yīn e dello 陽 yáng.
Il culto degli alberi (definito dendrolatria) è stato, ed è, una pratica molto diffusa in molte culture antiche. Gli alberi sono percepiti come "abitazioni" di spiriti o divinità. Spesso sono oggetto di rituali e cerimonie.
I druidi celtici veneravano le querce come simbolo di forza e saggezza. In molte tradizioni africane, gli alberi sono considerati antenati trasformati o custodi delle memorie familiari.
Nella mitologia norrena Yggdrasill è l'albero cosmico che collega i nove mondi. Rappresenta l'interconnessione di tutte le cose viventi e il ciclo della vita e della morte. La sua esistenza simboleggia la resilienza e la continuità dell'universo.
Il giardino delle Esperidi. Nella mitologia greca, il giardino delle Esperidi ospita un albero che produce mele d'oro, simbolo di immortalità. Questo mito evidenzia l'importanza degli alberi come fonte di nutrimento non solo fisico ma anche spirituale
Nella mitologia cinese, esiste un albero leggendario che produce un frutto speciale, noto come pesca dell'immortalità. Questo albero è associato all'idea di immortalità e longevità.
Nel buddismo l’albero dell’Illuminazione è l’albero sotto il quale Budda raggiunse l’Illuminazione. Nella mitologia celtica il Crann Bethadh, l’albero della vita, simboleggia il cammino individuale di crescita.
Il cammino parte dalle radici che rappresentano il legame con gli antenati, prosegue lungo i rami che si elevano verso l’alto, verso mete più elevate.
L'invito della giornata di oggi è quello di non lasciare nel mondo dei "simboli" l'albero. L'invito è quello di tenerlo nei nostri pensieri ogni giorno della nostra vita. La giornata nazionale degli alberi è un "ammonimento" a prendere atto di quanto è importante questa straordinaria forma di vita.
Così da compiere gesti concreti ogni giorno della nostra vita perché se ne faccia un uso oculato, parsimonioso e se ne aumenti la piantumazione piuttosto che il taglio.
Pratica la tua conoscenza.
實踐真知
shíjiàn zhēnzhī
Francesco Russo
NOTE SULLA TRASCRIZIONE FONETICA
Le parole in lingua cinese quando appaiono per la prima volta sono riportate in cinese tradizionale con la traslitterazione fonetica. A partire dalla seconda volta, la parola è riportata con il solo pinyin senza indicazioni degli accenti per favorire una maggiore fluidità della lettura dei testi.
BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".
Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).
Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).
Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.
Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.
Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.
一口氣。一種武術。一個世界。
Yī kǒuqì. Yīzhǒng wǔshù. Yīgè shìjiè.
龍小五
Un solo respiro. Una sola arte marziale. Un solo mondo.
龍小五
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