Spiralis Mirabilis - Rivista dedicata alle arti marziali cinesi e alla cultura tradizionale cinese con focus su Tai Chi QiGong e DaoYin
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Spiralis Mirabilis Magazine

武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Spiralis Mirabilis - Rivista dedicata alle arti marziali cinesi e alla cultura tradizionale cinese con focus su Tai Chi QiGong e DaoYin

Pagina pubblicata in data 22 marzo 2024
Aggiornata il 23 marzo 2024

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Il carattere rappresentato nella copertina del quinto numero di Spiralis Mirabilis è il carattere . Per chi conosce in modo superficiale la lingua cinese, il carattere è l’equivalente della congiunzione "e" in lingua italiana.

Il significato di questo carattere però è molto più complesso e profondo. esprime il significato di "insieme", "somma", "mescolare" e in particolare di "armonia" e "pace".

Il progetto di questa rivista nasce dalla necessità di disporre di uno strumento capace di creare l’occasione per un confronto e un dialogo fra tutte le persone che amano e praticano le arti marziali, in particolare quelle cinesi.

Uno strumento capace di superare i "confini" entro i quali spesso maestri e maestre, scuole, praticanti, si chiudono senza più uscirne. Uno strumento per stimolare un dialogo di "armonia".

Qualcosa negli ultimi anni sta cambiando nel mondo delle arti marziali italiane. Piccoli segnali, forse vagiti, di un sentire differente. Uno di questi segnali è rappresentato dal simposio New Martial Project organizzato dal maestro Andrea Brighi con la preziosa collaborazione di Laura Bersini.

Un’occasione di incontro, di scambio di esperienze e conoscenze, di dialogo. Che vede per due giorni Bologna protagonista di un evento che si distingue da tutti gli eventi marziali che si svolgono in Italia.

Due giorni intensi, carichi di emozioni, di sensazioni, di incontri, di stimoli, di confronti. Insomma, due giorni che possono fare veramente la differenza nello studio di un/a praticante di arti marziali. Uno dei momenti più importanti è stata la cena dei maestri del sabato sera, e le dimostrazioni che ne sono seguite.

La sera del sabato (7 ottobre), i maestri e le maestre delle scuole presenti al simposio si sono alternati in una serie di dimostrazioni. Tutte di altissimo livello.

In questo articolo mi voglio soffermare su una in particolare, una che mi ha colpito e che per me è stata fonte di stimolo e riflessione.

Una dimostrazione che a mio parere ha saputo evidenziare e incarnare lo spirito di armonia e di confronto del simposio. Mi riferisco alla dimostrazione svolta dal Maestro Marcello Sidoti, dal Maestro Fabio Smolari e dal Maestro Giuseppe Paterniti.

Ognuno di questi rappresenta tre dei quattro gran maestri di 陳家溝 chénjiāgōu. Il gran maestro 王西安 wáng xī'ān (Sidoti), il gran maestro 朱天才 zhū tiāncái (Smolari) e il gran maestro 陳正雷 chén zhèngléi (Paterniti).

Cosa della loro esibizione mi ha colpito?

COERENZA

Ho vissuto l’esibizione come la sintesi di un comportamento che i maestri Sidoti, Smolari e Paterniti hanno tenuto durante tutto il simposio. Fin dalla cena informale che si è tenuta il venerdì sera.

Ho passato i due giorni del simposio a osservare con attenzione tutte le persone che vi hanno partecipato e i tre maestri si sono distinti (assieme ad altri) per la loro gentilezza, la loro disponibilità, la loro umiltà nell’insegnare, nel mettersi a disposizione di chiunque li avvicinasse per porre loro una domanda.

Negli ultimi mesi mi sono soffermato molto a riflettere su una domanda che mi sono posto: quali caratteristiche, quali elementi, determinano il titolo di maestro o maestra?

Riflessioni che ho raccolto in un articolo che potrai leggere in un prossimo articolo.

Uno degli elementi che ritengo debbano caratterizzare la figura di un/a maestro/a è il divenire un riferimento a cui guardare, un esempio. Un maestro, una maestra, per essere tali devono essere fonte di ispirazione soprattutto con il proprio comportamento, più che dalle parole che pronuncia.

Questa coerenza è il frutto del fatto che il loro percorso marziale è stato affiancato da un percorso di crescita interiore. In poche parole, lo studio del 太極拳 tàijí quán non si è limitato alla cura del mero aspetto "fisico", ma ha anche coinvolto la cura della loro essenza di uomini: la profondità del loro animo.

Non mi voglio soffermare sull’abilità tecnica mostrata dai tre maestri. Non è, infatti, questo il punto importante di questo articolo. Il modo di muoversi di ogni persona è unico, ci può "piacere" come no. Possiamo analizzare se vogliamo la "tecnica" con cui una persona che pratica si muove, ma anche qui il limite di questo tipo di valutazioni dipende da quale 套路 tàolù si esegue, da quale stile si pratica e così via.

ARMONIA

Dopo che i tre maestri hanno eseguito il 抱拳禮 bàoquán lǐ (puoi leggere "抱拳禮 bàoquán lǐ - Il saluto tradizionale"), ognuno di loro ha eseguito una serie di figure tratte dalle principali forme della famiglia chén.

La loro esibizione è stata segnata da un elemento davvero particolare.

Dal saluto iniziale, fino al saluto di chiusura, ognuno di loro si è mosso in totale autonomia.

Se ci si fosse soffermati a osservare un solo maestro si sarebbe potuto assistere a una singola esibizione. Ma se ognuno di loro era una "individualità", allo stesso tempo i tre maestri, muovendosi all’unisono erano una sola "anima". Nel muoversi rappresentavano in qualche modo il famoso assioma "il tutto è diverso dalla somma delle sue parti" ("Das Ganze unterscheidet sich von der Summe seiner Teile").

Quella sera osservando i tre maestri praticare riflettevo sul significato del famoso principio della "Teoria della Gestalt". Che sottolinea come la totalità di ciò che percepiamo è caratterizzato non solo dalla somma dalle singole attivazioni sensoriali, ma da qualcosa di più che permette di comprendere la forma nella sua totalità”. Questo è quello che ho provato guardandoli praticare.

Durante l’esibizione i miei occhi si soffermavano sui singoli movimenti che venivano eseguiti e allo stesso tempo il movimento complessivo che risultava guardando tutti e tre assieme, che per l’appunto esprimeva ben più della somma dei singoli gesti.

Davanti ai miei occhi la loro esibizione esprimeva il senso di armonia espresso dal carattere 和 hé. Stavano dimostrando che scuole diverse, maestri e maestre diverse, possono dialogare e lavorare assieme, facendo crescere il movimento delle arti marziali senza per questo dover vedere la propria individualità sminuita. Anzi, è proprio quando ogni praticamente si presenta con la propria individualità, con la propria storia, e mette tutto questo a disposizione della Comunità marziale, che quest’ultima può crescere e farsi sempre più forte.

L’esprimere la propria individualità non deve essere la strada per arroccarsi nel proprio ego, ma bensì l’opportunità di mettere la propria esperienza, le proprie conoscenze, a disposizione degli altri.

Arroccarsi all’interno dei confini della propria scuola, del proprio maestro o della propria maestra, porta solo a inaridire il proprio “orticello”, impedendo alle proprie piante (allievi e allieve) di crescere "forti e in salute".

Questo è il Symposium New Martial Project e questo ha significato per me la dimostrazione dei maestri Fabio Smolari, Marcello Sidoti e Giuseppe Paterniti.

Facendomi capire che un giorno, forse, potrò essere chiamato maestro più per il mio "essere", che per il fatto di sapere eseguire bene una o più forme, o l’aver vinto una o più gare.

Pratica la tua conoscenza.
實踐真知
shíjiàn zhēnzhī

Francesco Russo

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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一口氣。一套太極拳。一個世界。
Yī kǒuqì. Yī tào tàijí quán. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola sequenza di Taiji. Un solo mondo.
—— 龍小五

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